Il libro Dante a tempo di rap, scritto da Patrick Cherif, docente universitario di Letteratura Italiana, in collaborazione con i rapper Murubutu e Claver Gold, consente al lettore moderno di scoprire il profondo legame tra la nostra epoca e il mondo di Dante. I testi, accompagnati dalle splendide illustrazioni di Roby il Pettirosso, commentano e spiegano le canzoni del nuovo disco Infernvm di Murubutu e Claver Gold.
Tra le pagine di Dante a tempo di rap Patrick Cherif offre una lettura inedita dell’Inferno dantesco, permettendo di capire meglio i versi delle canzoni e, allo stesso tempo, di conoscere la prima Cantica della Divina Commedia in modo originale.
Il viaggio dantesco diviene così esperienza letteraria collettiva ma anche e soprattutto esperienza psicologica individuale. Patrick Cherif, infatti, commenta e spiega le canzoni di Infernvm mostrandoci come il viaggio infernale cantato dai due rapper abbia profonde valenze personali e psicologiche, e non solo letterarie. In questo modo la Divina Commedia si presenta come qualcosa di straordinariamente vivo e vicino a noi, in grado di aprirci gli occhi sul mondo ma, soprattutto, su noi stessi.
Da questa prospettiva Dante a tempo di rap ci mostra il doppio significato della discesa agli inferi cantata dai due rapper. Da un lato, Infernvm riprende il viaggio ultraterreno raccontato da Dante, ricollegandosi ad esso attraverso personaggi, vocaboli e temi; dall’altro trasfigura l’opera dantesca per realizzare un’operazione lirica, volta all’espressione della soggettività dei due poeti.Questa seconda lettura consente di dare un significato altro, in chiave moderna, ai vari riferimenti danteschi presenti nel disco, dove appunto la dimensione narrativa si unisce a quella lirica.
L’attraversamento del fiume Acheronte, per esempio, assume nel disco un significato allegorico nuovo, che trae la sua valenza semantica dalla dimensione emotiva espressa dal soggetto lirico. Tale valenza semantica, però, è allo stesso tempo funzionale alla dimensione narrativa. Infatti solamente i morti possono salire a bordo della barca guidata da Caronte; pertanto, sul piano narrativo, Murubutu e Claver Gold, per poter accedere all’Inferno, devono morire almeno sul piano metaforico. Questa è solo una delle tante scene di cui Patrick Cherif svela i meccanismi retorici e semantici, permettendo al lettore di scoprire la molteplice stratificazione dei significati di cui il disco è ricco.
Le pagine del libro sottolineano a più riprese il legame tra il mondo contemporaneo e i personaggi danteschi cantati da Murubutu e Claver Gold. Pier della Vigne, Ulisse, Taide, Paolo e Francesca sono solo alcuni dei personaggi presenti nel disco che diventano archetipi dell’uomo contemporaneo testimoniandone dolori, sofferenze e fragilità, ma anche pregi e valori.
L’ascoltatore è così portato ad identificarsi con tali personaggi e ad assumere un atteggiamento compassionevole nei loro confronti. Patrick Cherif, rifacendosi ad alcuni strumenti della poetica cognitiva, svela i meccanismi testuali che regolano tale processo e permette di scoprire e apprezzare al meglio il profondo valore letterario dell’opera di Murubutu e Claver Gold.
Riguardo i personaggi, sono significative della poetica dei due rapper anche le assenze di personaggi emblematici dell’opera dantesca. Mancano infatti protagonisti come il conte Ugolino, Farinata degli Uberti, Ciacco e tante altre figure significative che hanno solleticato la fantasia e l’immaginazione dei lettori di ogni epoca. La loro assenza è legata al desiderio dei due rapper, come spiegato chiaramente nelle pagine del libro, di voler risvegliare un’emozione nel lettore attraverso personaggi la cui storia ha valore universale. Infatti certi personaggi, eccessivamente legati al contesto storico di Dante, non risultavano emotivamente comprensibili per il lettore moderno, e pertanto non hanno trovato spazio nel disco.
Al contrario, personaggi come Pier della Vigna o Paolo e Francesca permettono di dar risalto a temi di valore universale come il suicidio o l’amore. Tali temi, però, vengono calati all’interno di un contesto totalmente moderno, che facilita l’immedesimazione con i protagonisti delle storie narrate. In quest’ottica la vicenda di Pier della Vigna è trasfigurata nella storia di un ragazzo vittima di bullismo, quella di Paolo e Francesca si concentra sul senso di perdita e abbandono subìto da un amante col cuore infranto, mentre quella di Taide riguarda una prostituta dei giorni nostri alla ricerca di un riscatto sociale.
Questa operazione di attualizzazione è funzionale al risveglio dell’emotività dell’ascoltatore, ma racchiude anche una chiara funzione sociale. Infatti il contesto in cui sono immerse le figure al centro delle canzoni di Murubutu e Claver Gold è fortemente negativo e denuncia alcune storture della società contemporanea.
Il lavoro dei due rapper, come evidenzia l’analisi di Patrick Cherif, è ammirevole anche sul piano filologico. I due artisti, infatti, non snaturano l’opera di Dante, ma si pongono in un continuo dialogo con essa sul piano inter-testuale. Nel disco Infernvm sono numerose le riprese lessicali del vocabolario dantesco. Non mancano inoltre vere e proprie citazioni dei versi dell’Inferno. Si realizza così una vera e propria immersione nel testo dantesco, di cui sono esaltati e valorizzati quegli aspetti in grado di colpire l’emotività dell’ascoltatore. A questo scopo, i due rapper hanno creato anche delle atmosfere e delle ambientazioni che smuovono la sensibilità dell’ascoltatore contemporaneo. E a tal proposito Patrick Cherif svolge un’analisi e un commento che evidenziano questi meccanismi sulla base della poetica cognitiva: l’autore si sofferma su alcuni procedimenti narrativi e retorici impiegati dai due rapper per suscitare emozioni nell’ascoltatore.
Per esempio, nel capitolo dedicato alla canzone Pier, Patrick Cherif indaga come il tema dell’amore materno costituisca un elemento di connessione tra la storia individuale del suicida Pier e quella di un qualunque lettore, facilitando così uno slancio di comprensione e una propensione all’ascolto delle sofferenze del prossimo: « La dimensione degli affetti familiari, individuati nella figura materna a cui si chiede perdono, non permette nessuna consolazione, in quanto non fa altro che accrescere il senso di colpa per il gesto commesso. Alla sofferenza del figlio si aggiunge la sofferenza della madre, a cui il figlio confessa la propria debolezza ».
Ed è proprio da questa prospettiva che emerge il valore eterno del capolavoro dantesco. Infatti dalla lettura di Dante a tempo di rap si è in grado non solo di conoscere meglio l’Inferno dantesco e di capire le canzoni di Murubutu e Claver Gold, ma anche di scoprire i motivi biologici e neurologici che ancora oggi, a distanza di 700 anni, permettono ai lettori di tutto il mondo di emozionarsi quando entrano a contatto con l’opera di Dante.
A tal proposito è esemplare notare come i celebri versi danteschi « Uomini fummo, e or siam fatti sterpi: / Ben dovrebb'esser la tua man più pia / Se state fossimo anime di serpi » diventino, all’interno del disco di Murubutu e Claver Gold, un manifesto programmatico della necessità di un approccio compassionevole nel momento dell’ascolto, come emerge appunto dall’analisi di Patrick Cherif: « Selva oscura si conclude così con un tema forte, universale ed attuale e ricorda la necessità della pietà nell’esplorazione dell’Inferno. Infatti i dannati che vi si trovano, per quanto strani, incredibili o straordinari per la loro forma o condizione, sono pur sempre stati uomini e si dovrebbe essere pietosi con loro anche se fossero stati “anime di serpi” ».